martedì 5 novembre 2013
XtremIO presentato il 14 Novembre
lunedì 4 novembre 2013
Upgrade a Oracle 12c con l'opzione multitenant (pluggable database)
Una delle caretteristiche più interessanti e innovative della versione 12c di Oracle è certamente la Multitenant Option, nota anche come Pluggable Database: questa funzionalità permette la creazione di database multipli (PDB) all'interno di un database contentitore (CDB). I PDB condividono le risorse fornite dal CDB quali memoria, processi in background, UNDO, REDO e control files.
Quali sono gli impatti di queste novità per l'infrastruttura Oracle esistente ? Un modo efficace per valutarlo è quello di effettuare la migrazione alla 12c di uno degli ambienti di produzione, creando un "incubatore" separato dalla produzione stessa, nel quale eseguire le verifiche del caso.
Il processo di migrazione da una versione Oracle alla successiva può essere abbastanza complesso: proprio allo scopo di facilitare questa attività, EMC ha da sempre collaborato con Oracle nella realizzazione di soluzioni che sfruttassero le capacità dello storage, in particolare per la replica dei dati dall'ambiente di produzione a quello di test. Nel caso dei sistemi storage Symmetrix VMAX, la soluzione di replica TimeFinder permette di effettuare un offload delle operazioni di replica del database: il server che ospita il database (in altre parole l'ambiente di produzione) non è quindi impattato né per quanto concerne CPU e memoria, né per la componente di I/O. Nel caso poi in cui occorra iniziare una nuova verifica, reinizializzando il database, le funzioni di copia incrementale di TimeFinder permettono di ricreare il nuovo ambiente in tempi estremamente rapidi indipendentemente dalla dimensione del database stesso.
Tutti i dettagli sull'utilizzo di TimeFinder per la migrazione alla versione 12c di Oracle sono contenuti in un recente whitepaper (in inglese) ora disponibile a questo indirizzo: qui sotto l'architettura di alto livello della soluzione descritta
Ulteriori documenti e approfondimenti sulle soluzioni EMC per Oracle sono disponibili nella community Everything Oracle at EMC.
Quali sono gli impatti di queste novità per l'infrastruttura Oracle esistente ? Un modo efficace per valutarlo è quello di effettuare la migrazione alla 12c di uno degli ambienti di produzione, creando un "incubatore" separato dalla produzione stessa, nel quale eseguire le verifiche del caso.
Il processo di migrazione da una versione Oracle alla successiva può essere abbastanza complesso: proprio allo scopo di facilitare questa attività, EMC ha da sempre collaborato con Oracle nella realizzazione di soluzioni che sfruttassero le capacità dello storage, in particolare per la replica dei dati dall'ambiente di produzione a quello di test. Nel caso dei sistemi storage Symmetrix VMAX, la soluzione di replica TimeFinder permette di effettuare un offload delle operazioni di replica del database: il server che ospita il database (in altre parole l'ambiente di produzione) non è quindi impattato né per quanto concerne CPU e memoria, né per la componente di I/O. Nel caso poi in cui occorra iniziare una nuova verifica, reinizializzando il database, le funzioni di copia incrementale di TimeFinder permettono di ricreare il nuovo ambiente in tempi estremamente rapidi indipendentemente dalla dimensione del database stesso.
Tutti i dettagli sull'utilizzo di TimeFinder per la migrazione alla versione 12c di Oracle sono contenuti in un recente whitepaper (in inglese) ora disponibile a questo indirizzo: qui sotto l'architettura di alto livello della soluzione descritta
Ulteriori documenti e approfondimenti sulle soluzioni EMC per Oracle sono disponibili nella community Everything Oracle at EMC.
martedì 29 ottobre 2013
Rilasciata la versione 2.0 della XtremSW Cache
Della XtremSW Cache abbiamo già parlato in questo blog: ricordiamo solo che si tratta di una soluzione di caching intelligente che sfrutta la presenza di schede flash nei server per accelerare le operazioni di lettura, migliorando in modo significativo le prestazioni dell'applicazione.
E' stata recentemente annunciata la versione 2.0 di questa soluzione software, versione che introduce alcune novità molto importanti:
E' stata recentemente annunciata la versione 2.0 di questa soluzione software, versione che introduce alcune novità molto importanti:
- Maggiore integrazione con i sistemi storage EMC (VMAX e VNX)
- Supporto migliorato per VMware vCenter (vMotion)
- Supporto per Oracle RAC
- Supporto per AIX 6.1 e 7.0
- Estensione supporto per schede cache di terze parti
- Nuovo ambiente di gestione: XtremSW Management Center
Una delle novità principali, disponibile da questo mese, è il supporto per Oracle RAC: grazie ad un meccanismo di cache coherency distribuita, è possibile configurare fino a otto nodi in modo che possano beneficiare delle eccezionali performance messe a disposizione dalla soluzione XtremeSW (in combinazione con le principali soluzioni di schede flash):
Il supporto con questa release è per Oracle 11g in ambiente Windows, Red Hat Enterprise Linux (RHEL) oppure Oracle Enterprise Linux (OEL), con Oracle Clusterware 11g ed Ethernet Interconnect.
Per tutti i dettagli potete leggere la (nuova) presentazione in italiano disponibile a questo indirizzo e nel datasheet (sempre in italiano) di EMC XtremSW Cache
venerdì 25 ottobre 2013
RecoverPoint: un incredibile strumento di replica
Cominciamo con un pò di storia...
Nel lontano 9 maggio del 2006 EMC acquistò Kashya per un totale di 153 milioni di dollari. I prodotti Kashya furono integrati nella linea di prodotti EMC per la replica dei dati con il nome di RecoverPoint. EMC in passato aveva offerto un prodotto simile chiamato RecoverPoint ma in seguito all’acquisizione di Kashya, EMC annunciò l’interruzione delle vendite del “vecchio” RecoverPoint in favore dell’introduzione dei nuovi prodotti Kashya. Il “vecchio” RecoverPoint era basato su una tecnologia concessa in licenza da Mendocino Software che comprendeva solo un motore CDP (Continuous Data Protection) per un numero limitato di piattaforme, mentre la tecnologia Kashya, permise ad EMC di fornire funzionalità CRR (Continuous Remote Replication) e CDP (Continuous Data Protection) avanzate per più piattaforme hardware e software.La tecnologia RecoverPoint spiegata in poche parole
RecoverPoint è una soluzione basata su appliance hardware dedicate (un appliance, lo ricordiamo, è un dispositivo progettato per uno specifico ambito applicativo) e su una suite software in grado di supportare grandi quantità di informazioni archiviate in ambienti server di rete e di storage eterogenei.Grazie ad un’agile tecnologia di suddivisione o splitter, RecoverPoint esegue il mirroring delle operazioni di scrittura su un appliance RecoverPoint che si trova all’esterno del percorso dati primario. Lo splitter può essere configurato come funzione software nel server (totalmente trasparente per le applicazioni), nella rete SAN o direttamente nel sistema storage: la figura sottostante descrive il mirroring delle scritture nel caso in cui lo splitter si trovi nella SAN.
Questo approccio fuori banda consente a RecoverPoint di garantire la replica continua, senza influire sulle operazioni di I/O delle applicazioni. Grazie all’approccio alla protezione dei dati basato su rete, RecoverPoint è in grado di ripristinare immediatamente i dati a qualsiasi point in time mediante un registro cronologico (chiamato journaling) che tiene traccia di tutte le modifiche apportate ai dati e identifica gli eventi specifici delle applicazioni.
Principali vantaggi della tecnologia Recoverpoint :
- Replica locale e remota eterogenea per la protezione di tutte le applicazioni, su qualsiasi array, in qualunque posizione (ambiente centrale, sedi remote)
- Costi complessivi di gestione contenuti e risparmio grazie alla deduplica WAN, alla riduzione della larghezza di banda, alla funzionalità di replica sincrona su IP, alla compressione del journal e alle tecnologie di consolidamento delle snapshot
- Ripristino a qualsiasi point-in-time: garanzia di Business Continuity. Tutte le attività tornano rapidamente online grazie alla protezione continua dei dati e ai contrassegni coerenti con le applicazioni, entrambe caratteristiche tipiche di RecoverPoint
- Supporto delle esigenze delle applicazioni più impegnative, come Oracle e VMware, che richiedono un throughput elevato
- Protezione dei dati in più uffici remoti grazie alla replica su più siti
- Scalabilità completa: le soluzioni di disponibilità dei dati ad alta capacità di RecoverPoint possono essere espanse fino a includere 8 RPA (RecoverPoint Appliance) mediante l’utilizzo di più cluster collegati allo stesso array
Famiglia RecoverPoint oggi
RecoverPoint protegge gli host o le applicazioni su qualsiasi array, con ripristino completo dei dati e replica per tra storage anche eterogenei (EMC e/o non EMC) collegati alla SAN. RecoverPoint CDP (Continuous Data Protection) fornisce la protezione locale dei dati, mentre RecoverPoint CRR (Continuous Remote Replication) fornisce la replica remota. Insieme, CDP e CRR forniscono protezione CLR degli stessi dati.Componenti della famiglia RecoverPoint oggi :
- RecoverPoint/CL offre protezione e replica dei dati CDP, CRR o CLR utilizzando lo splitting intelligente delle scritture basato su fabric, host o array per gli storage array eterogenei (EMC o non EMC)
- RecoverPoint/EX offre protezione e replica dei dati CDP, CRR o CLR utilizzando lo splitting delle scritture basato su array per più sistemi EMC Symmetrix VMAX da 40K, 20K e 10K; EMC VPLEX Local e VPLEX Remote; EMC serie VNX; EMC Celerra Unified ed EMC CLARiiON serie CX4 e CX3
- RecoverPoint/SE offre protezione e replica dei dati CDP, CRR o CLR utilizzando lo splitting delle scritture basato su array per gli array serie VNX omogenei ed i sistemi della serie CLARiiON. RecoverPoint/SE offre inoltre la replica unificata dei dati di file e blocchi per la serie VNX
Ultima versione RecoverPoint 4.0
Il 30 aprile 2013 EMC ha annunciato pubblicamente la versione 4.0 di questo fantastico software, soluzione che consente il ripristino a qualsiasi point-in-time per ambienti di storage diversificati dentro e tra Data Center. EMC RecoverPoint 4.0 aggiunge i seguenti vantaggi :
- Supporto di replica su più siti: per aumentare la disponibilità dei dati, EMC RecoverPoint consente di replicare un sito primario fino a quattro siti remoti (1:4). Protegge inoltre i dati all’interno delle filiali con una replica su più siti, dalle filiali a un sito centrale (4:1)
- Soluzione solo software: EMC RecoverPoint può essere ora configurato come soluzione solo software (un vRPA, virtual RecoverPoint Appliance), eseguita su una macchina virtuale VMware per ambienti meno complessi. L’appliance RPA (RecoverPoint Appliance) fisica viene configurata qualora occorra ottenere prestazioni superiori o il supporto di configurazioni su più siti.
- Ripristino a qualsiasi point-in-time per operazioni VMware SRM (Site Recovery Manager)
- SRDF insieme a EMC RecoverPoint per replica remota (CDP)
- Aumento del throughput asincrono a 400 MB/s, grazie all’utilizzo di consistency group distribuiti
- Aumento della capacità replicata da 300 TB a 2 PB per cluster EMC RecoverPoint
- Aumento del numero di volumi protetti da 2.000 a 8.000 (8.192) con splitter EMC VPLEX ed EMC VNX
- Supporto di replica sincrona su IP (rispetto a solo Fibre Channel prima della versione 4.0)
- Supporto di API RESTful
- Nuova e intuitiva interfaccia di gestione Unisphere per EMC RecoverPoint
- I clienti possono eseguire l’upgrade a EMC RecoverPoint/SE
Conclusioni
Spero che le informazioni contenute in questo articolo siano state in grado di chiarire i punti di forza di questa soluzione di replica davvero unica: qui di seguito trovate una serie di documenti che ci sentiamo di consigliare a coloro che desiderassero approndire i temi trattati.Massimo De Palma - Senior Systems Engineer
Link di White Paper su RecoverPoint :
Ecco quello che dice Wikipedia su RecoverPoint:
http://en.wikipedia.org/wiki/RecoverPoint
Il mondo del WEB che cosa dice su RecoverPoint:http://virtualgeek.typepad.com/virtual_geek/2013/05/emc-recoverpoint-40virtualized-and-software-defined-for-more-goodness.html
http://www.storagereview.com/emc_announces_updates_to_vmax_and_recoverpoint_40
http://blog.clearpathsg.com/blog/bid/291378/RecoverPoint-4-0-Update-and-Best-Practices
Specification Sheet e data Sheet di RecoverPoint :
Seguici su Twitter: @EMCItalia
giovedì 24 ottobre 2013
EMC XtremSW Cache Performance Predictor (XPP)
Introduzione
EMC XtremSW Cache ™ è una soluzione EMC di flash-caching che migliora notevolmente le prestazioni delle applicazioni se abbinato a schede PCIe Flash. Si tratta di una soluzione di caching intelligente che sfrutta la tecnologia Flash implementata su server e il caching write-through per prestazioni dell'applicazione accelerate e protezione dei dati.
XtremSW Cache accelera le “reads” e non penalizza le “writes”, la funzionalità di “write-through” vengono mantenute sullo storage array di back-end per assicurare High Availability, integrità end-to-end, affidabilità dei dati e disaster recovery.
italy.emc.com/storage/xtrem/xtremsw-cache.htm
Come facciamo a prevedere i benefici dell'utilizzo del SW?
Sarebbe interessante poter predire come saranno le performance del nostro applicativo se decidessi di utilizzare XtremSW, ma prima di aprire il "borsellino".
... Si è vero, potremmo installare la demo e provarlo, ma occorre organizzarsi: un ambiente e risorse dedicate.
E moltiplicare l'effort per ogni ambiente che vorremmo testare. Invece con un semplice tool possiamo effettuare una simulazione e guardare i report comodamente seduti alla nostra scrivania.
... Si è vero, potremmo installare la demo e provarlo, ma occorre organizzarsi: un ambiente e risorse dedicate.
E moltiplicare l'effort per ogni ambiente che vorremmo testare. Invece con un semplice tool possiamo effettuare una simulazione e guardare i report comodamente seduti alla nostra scrivania.
XPP
XPP
L'EMC XtremSW Cache Performance Predictor (XPP) infatti è uno strumento progettato e realizzato per dimostrare i benefici di eventuale utilizzo del SW “EMC XtremSW “ nel proprio ambiente.
Utilizzando un normalissimo “host-side I/O trace” dal sistema operativo del server, lo strumento simula il funzionamento della cache EMC XtremSW e presenta informazioni statistiche.
Ad esempio i dati dal server si potranno raccogliere utilizzando strumenti come “Xperf” e “blktrace”.
“ XPP” poi eseguirà l'analisi dei dati sul server, o su qualsiasi altra macchina.
La versione di “XPP” rilasciata in Q4 2013 potrà anche effettuare la simulazione in Real Time.
Vediamo adesso un po' nel dettaglio come si utilizza ... anzi guardatelo voi direttamente qui sotto o scaricate il video dalla mia area Syncplicity How-to-use EMC XtremSW Cache Predictor Tool :
I risultati possono fornire una previsione/simulazione di miglioramenti possibili e aiutare l’utente nella stesura di un Business-Case che giustifica il costo della transazione rispetto all’utilizzo di tecnologia Falsh.
Un esempio di report lo trovate qui
XPP oggi supporta gli ambienti Windows e Linux:
- Windows 2008 SP2,
- Windows 2008 R2 SP1,
- Windows 2012
- RHEL 5.x
- RHEL 6.x
E’ scaricabile gratuitamente per gli utenti registrati al sito
support.emc.com o in alternativa potete chiedere al vostro SE EMC di riferimento.
RIASSUMENDO …
Previsione sui miglioramenti delle performance ? …
Sulla base di analisi di tracce lato hostPianificazione e dimensionamento di quale ambiente ? …
Non è richiesta alcuna scheda PCIe o SW a pagamento
Facile da usare e gratuito
Osserva il report ottenuto in dettaglio
Scegli le LUNs più appropriate da accelerare
Qualche documento e link per approfondire :
XtremSW Cache - Panoramica
XtremSW Cache - DataSheet
XtremSW Cache (US List Price)
XtremSW EMC community
XtremSW Tech Overview
XPP - Technical Note
By @dtdavide
martedì 22 ottobre 2013
Le "nuove" applicazioni nel mondo storage e la risposta di EMC
Ho il piacere di essere l’Account Systems Engineer di uno dei principali Gruppi Industriali italiani.
Da questo osservatorio privilegiato posso notare alcuni fenomeni recenti che interessano principalmente il mondo applicativo, ma che hanno già o avranno ricadute a breve sul mondo IT ed in particolare per quanto ci riguarda, sulla componente Storage.
Li elenco di seguito:
La risposta di EMC è ovviamente diversa: la soluzione DAS/dischi interni fa crescere il TCO (Total Cost of Ownership) rispetto a soluzioni SAN e moltiplica inutilmente la quantità di dato oggetto di replica (un recente documento di Wikibon illustra in dettaglio come questo si realizza).
E’ stato infatti dimostrato come nelle soluzioni EMC, siano esse basate su VNX o VMAX, il numero delle copie necessarie per l’affidabilità del dato si riduce drasticamente, grazie alla resilienza delle citate piattaforme Storage (rispettivamente 99,9998% e 99,999%) .
Per raggiungere un elevato livello di Flessibilità e Agilità occorre utilizzare funzionalità di Virtualizzazione, siano esse VMware o Hyper-V, che richiedono ‘Shared Storage’ e che sono sfruttate al meglio nelle configurazioni SAN.
Affidabilità e DR: lo ‘Shared Storage’ abilita anche ad una singola strategia di DR (RecoverPoint è in questo ambito la tecnologia ideale) e permette la consistenza anche tra differenti applicazioni.
A cio’ si aggiunge la possibilità di ottenere un RPO (Recovery Point Objective) ed RTO (Recovery Time Objective) di zero (0), utilizzando la tecnologia VPLEX per avere accessi active/active sia locali che Metro.
Infine da tenere in considerazione che VNX si integra con AppSync e Kroll ItemPoint per ottenere un granulare restore/recovery e che gli Storage Pool di VNX sono uno strumento estremamente semplice e flessibile per gestire le capacità e le crescite degli ambienti Exchange, specialmente quelli medio grandi.
La possibilità di usufruire del medesimo Storage già esistente ed utilizzato da altre applicazioni, aggiungendo il nuovo ambiente Exchange significa un rapido tempo di implementazione e poter beneficiare di soluzioni Storage ad alto valore quali per esempio , il Virtual Provisioning ed il FAST (Fully Automated Storage Tiering) e la FAST Cache (VNX).
In presenza di una nuova infrastruttura Exchange 2013, un altro approccio per competere ed ottenere i migliori risultati di TCO, è quello di posizionare una soluzione basata su multipli VNX di fascia entry ( il VNX5200 o VNX5300), che permettono di ottenere un costo di acquisizione interessante rispetto al sistema di fascia alta VNX (7500, 7600 o 8000) ed al contempo quindi, pur avendo le medesime protezioni ed affidabilità dei sistemi maggiori, hanno un prezzo di ingresso piu’ simile a quello delle architetture proposte da Microsoft /DAS-dischi interni.
E’ vero infatti che i valori ottenuti con questa applicazione raggiungono livelli molto interessanti. Per contro, la componente Storage tende a diventare poco significativa e si arriva ad avere piccoli Storage integrati nella Soluzione (tipicamente VNX di fascia bassa), che spesso è “chiusa”, ovvero già definita in modo poco flessibile. In questi sistemi la potenza computazionale CPU / memoria tende ad avere la massima rilevanza.
EMC suggerisce per i Clienti Enterprise, di chiedere a SAP di partecipare al programma per i Clienti chiamato TDI (Tailored DataCenter Integration) .
Scopo di questa iniziativa è quello di certificare la soluzione SAP Hana su piattaforme Storage già presenti presso i Clienti. In questo modo si ottimizzano gli investimenti e si evitano di creare quei “Silos Verticali Applicativi” , il cui proliferare potrebbe creare difficoltà di gestione all’interno dei Data Center.
In questo caso si potrà beneficiare dei vantaggi di Virtual Provisioning, FAST, XtremCache, unitamente alle soluzioni di replica Storage del dato sincrona MirrorView/s o SRDF/S.
A ciò si aggiunge una soluzione di Backup certificata SAP Hana, basata su Data Domain, sistema di deduplica in-line Leader di Mercato (IDC PBBA* Giugno 2013, 58,9%).
La combinazione di questi fattori rende la proposizione EMC estremamente interessante e superiore a quanto offerto dai principali competitor.
Questa soluzione basata sulla VBlock Converged Infrastructure permette di avere dei sistemi specializzati per SAP Hana (con all’interno sistemi VNX), “Fully Certified”, “Factory Loaded” e pre “Tested”
Completano la famiglia VBlock i sistemi di fascia alta, che arrivano a 9-12 nodi (4.0-5,5 TB) e 13-16 nodi (6.0 – 7.5 TB).
Per il Cliente questo non è affatto un vantaggio: la soluzione “embedded” Exadata ha significativi punti di sofferenza, tra i quali spicca il tema del backup (e soprattutto del Restore), il Disaster Recovery, l’Affidabilità complessiva, il doversi legare a Release specifiche del Database ed a tecnologie “proprietarie” Lock-in HW e SW.
Invece EMC propone di appoggiare i DB basati su Oracle su piattaforme Storage estremamente
affidabili, sicure, veloci, dotate di meccanismi di backup con deduplica, completamente Open, siano esse VMAX o VNX. Ma ancora prima suggerisce ai Clienti di Virtualizzare e di risparmiare conseguentemente sui costi di Licenze, Operativi ed incrementando cosi’ la flessibilità degli ambienti.
La virtualizzazione degli ambienti Oracle infatti porta almeno 5 vantaggi:
Da sempre invece la missione di EMC è e resta quella di affiancare il Cliente e di supportarlo nell’ottimizzazione di quanto ha già disponibile presso i propri Data Center, offrendo soluzioni all’avanguardia in tema di Virtualizzazione, Alta Affidabilità e Business Continuity, Prestazioni , Backup & Restore deduplicanti.
Inutile dire che avere sempre un’approccio ‘Consultant’ nei confronti dei Clienti permette di apparire seri e credibili anche quando si affrontano argomenti su ambiti non propriamente all’interno della propria sfera di competenza.
Eugenio Manini
eugenio.manini@emc.com
Da questo osservatorio privilegiato posso notare alcuni fenomeni recenti che interessano principalmente il mondo applicativo, ma che hanno già o avranno ricadute a breve sul mondo IT ed in particolare per quanto ci riguarda, sulla componente Storage.
Li elenco di seguito:
- Microsoft Exchange 2013
- SAP Hana
- Oracle & Exadata
Microsoft
Con l’ultima versione di Exchange è particolarmente aggressiva sui Clienti con l’approccio basato su “Server e dischi interni”. L’idea alla base del loro messaggio è semplice : il nuovo Exchange è talmente leggero e prestazionale che non serve avere infrastrutture Storage dedicate (o condivise) tutto puo’ essere tranquillamente gestito da soluzioni a basso costo locali, tanto ci sono meccanismi di replica nativa. La ridondanza è quindi garantita.La risposta di EMC è ovviamente diversa: la soluzione DAS/dischi interni fa crescere il TCO (Total Cost of Ownership) rispetto a soluzioni SAN e moltiplica inutilmente la quantità di dato oggetto di replica (un recente documento di Wikibon illustra in dettaglio come questo si realizza).
E’ stato infatti dimostrato come nelle soluzioni EMC, siano esse basate su VNX o VMAX, il numero delle copie necessarie per l’affidabilità del dato si riduce drasticamente, grazie alla resilienza delle citate piattaforme Storage (rispettivamente 99,9998% e 99,999%) .
Per raggiungere un elevato livello di Flessibilità e Agilità occorre utilizzare funzionalità di Virtualizzazione, siano esse VMware o Hyper-V, che richiedono ‘Shared Storage’ e che sono sfruttate al meglio nelle configurazioni SAN.
Affidabilità e DR: lo ‘Shared Storage’ abilita anche ad una singola strategia di DR (RecoverPoint è in questo ambito la tecnologia ideale) e permette la consistenza anche tra differenti applicazioni.
A cio’ si aggiunge la possibilità di ottenere un RPO (Recovery Point Objective) ed RTO (Recovery Time Objective) di zero (0), utilizzando la tecnologia VPLEX per avere accessi active/active sia locali che Metro.
Infine da tenere in considerazione che VNX si integra con AppSync e Kroll ItemPoint per ottenere un granulare restore/recovery e che gli Storage Pool di VNX sono uno strumento estremamente semplice e flessibile per gestire le capacità e le crescite degli ambienti Exchange, specialmente quelli medio grandi.
La possibilità di usufruire del medesimo Storage già esistente ed utilizzato da altre applicazioni, aggiungendo il nuovo ambiente Exchange significa un rapido tempo di implementazione e poter beneficiare di soluzioni Storage ad alto valore quali per esempio , il Virtual Provisioning ed il FAST (Fully Automated Storage Tiering) e la FAST Cache (VNX).
In presenza di una nuova infrastruttura Exchange 2013, un altro approccio per competere ed ottenere i migliori risultati di TCO, è quello di posizionare una soluzione basata su multipli VNX di fascia entry ( il VNX5200 o VNX5300), che permettono di ottenere un costo di acquisizione interessante rispetto al sistema di fascia alta VNX (7500, 7600 o 8000) ed al contempo quindi, pur avendo le medesime protezioni ed affidabilità dei sistemi maggiori, hanno un prezzo di ingresso piu’ simile a quello delle architetture proposte da Microsoft /DAS-dischi interni.
Sap Hana
L’evoluzione di SAP verso le applicazioni In-Memory introducono sicuramente notevoli vantaggi prestazionali per il Business.E’ vero infatti che i valori ottenuti con questa applicazione raggiungono livelli molto interessanti. Per contro, la componente Storage tende a diventare poco significativa e si arriva ad avere piccoli Storage integrati nella Soluzione (tipicamente VNX di fascia bassa), che spesso è “chiusa”, ovvero già definita in modo poco flessibile. In questi sistemi la potenza computazionale CPU / memoria tende ad avere la massima rilevanza.
EMC suggerisce per i Clienti Enterprise, di chiedere a SAP di partecipare al programma per i Clienti chiamato TDI (Tailored DataCenter Integration) .
Scopo di questa iniziativa è quello di certificare la soluzione SAP Hana su piattaforme Storage già presenti presso i Clienti. In questo modo si ottimizzano gli investimenti e si evitano di creare quei “Silos Verticali Applicativi” , il cui proliferare potrebbe creare difficoltà di gestione all’interno dei Data Center.
In questo caso si potrà beneficiare dei vantaggi di Virtual Provisioning, FAST, XtremCache, unitamente alle soluzioni di replica Storage del dato sincrona MirrorView/s o SRDF/S.
A ciò si aggiunge una soluzione di Backup certificata SAP Hana, basata su Data Domain, sistema di deduplica in-line Leader di Mercato (IDC PBBA* Giugno 2013, 58,9%).
La combinazione di questi fattori rende la proposizione EMC estremamente interessante e superiore a quanto offerto dai principali competitor.
Purpose Built Backup Appliance
Per quei Clienti che non possono partecipare al programma TDI, o preferiscono l’approccio “Appliance” con soluzioni Building Block, EMC propone l’ opzione VBlock entry level:Completano la famiglia VBlock i sistemi di fascia alta, che arrivano a 9-12 nodi (4.0-5,5 TB) e 13-16 nodi (6.0 – 7.5 TB).
Oracle
Sta cercando aggressivamente di proporre soluzioni “Lock-in” (Exadata in primis), specialmente ai Clienti che hanno ELA/ULA significativi: all’interno del rinnovo delle licenze cercano di vendere o più spesso "regalare" un sistema Exadata.Per il Cliente questo non è affatto un vantaggio: la soluzione “embedded” Exadata ha significativi punti di sofferenza, tra i quali spicca il tema del backup (e soprattutto del Restore), il Disaster Recovery, l’Affidabilità complessiva, il doversi legare a Release specifiche del Database ed a tecnologie “proprietarie” Lock-in HW e SW.
Invece EMC propone di appoggiare i DB basati su Oracle su piattaforme Storage estremamente
affidabili, sicure, veloci, dotate di meccanismi di backup con deduplica, completamente Open, siano esse VMAX o VNX. Ma ancora prima suggerisce ai Clienti di Virtualizzare e di risparmiare conseguentemente sui costi di Licenze, Operativi ed incrementando cosi’ la flessibilità degli ambienti.
La virtualizzazione degli ambienti Oracle infatti porta almeno 5 vantaggi:
- Riduzione dei costi associati alle Licenze (ROI)
- Prestazioni superiori e maggiore efficienza per i DBA
- Implementazione di nuovi ambienti (Server e Oracle) e dello Storage in pochi minuti
- Continuous Application Availability (in particolare con VPLEX e RecoverPoint, vedi sotto) multi Site, due o 3 siti.
- Standardizzazione (Virtualizzazione ed eventualmente soluzione VBlock Converged Infrastructure)
Conclusioni:
Come emerge da questo sintetico documento, maturato da esperienze reali sul campo, la presenza di nuove proposte applicative potrebbe impattare le tradizionali aree di focalizzazione di EMC, ma in realtà grazie alle Soluzioni che propone è in grado di offrire molto di piu’ rispetto ad approcci poco ottimizzati (Exchange – TCO) ,o troppo esposti sulla parte computazionale/prestazionale e meno sulle infrastrutture Storage (SAP HANA) , o che creano pericolosi “punti di Lock-in proprietari” (Oracle Exadata).Da sempre invece la missione di EMC è e resta quella di affiancare il Cliente e di supportarlo nell’ottimizzazione di quanto ha già disponibile presso i propri Data Center, offrendo soluzioni all’avanguardia in tema di Virtualizzazione, Alta Affidabilità e Business Continuity, Prestazioni , Backup & Restore deduplicanti.
Inutile dire che avere sempre un’approccio ‘Consultant’ nei confronti dei Clienti permette di apparire seri e credibili anche quando si affrontano argomenti su ambiti non propriamente all’interno della propria sfera di competenza.
Eugenio Manini
eugenio.manini@emc.com
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