Buona parte del mio lavoro di System Engineer si svolge
dai clienti. Negli ultimi anni, ho lavorato con realtà aziendali che
conoscevano poco EMC, ed è stato molto interessante per me capire le loro
percezioni sulla strategia e la visione di EMC. Nelle discussioni avute, un
tema frequente riguardava l'estrema varietà del nostro offering: EMC appariva loro come un'azienda leader di settore ma con
un’offerta troppo estesa in termini di:
1) Portafoglio prodotti.
2) Funzionalità e gestione dei prodotti stessi.
Mi veniva sovente fatto notare come sul mercato esistano
delle soluzioni semplici che fanno TUTTO mediamente bene e che lo fanno in modo
apparentemente semplice; EMC invece, ha tante soluzioni diverse che spesso
presentano delle aree di overlap in termini di funzionalità e posizionamento.
Effettivamente, se osserviamo quali e quante famiglie di
prodotti EMC possiede nella categoria dei Block e File Storage (ciascuna poi da
declinare in diverse configurazioni distinte)..
….possiamo contarne ben 7 includendo anche ATMOS che,
sebbene nella sua accezione prediletta vada definito Object Storage, può
eventualmente erogare anche servizi CIFS/NFS e quindi essere classificato come
File Storage.
Se consideriamo inoltre la pletora infinita di
funzionalità che ciascun prodotto si porta dietro, e che un cliente potrebbe
percepire come un aggravio di conoscenza da acquisire, è facile capire perché
tanto spesso mi siano state chieste delucidazioni sui razionali di questa
strategia:
E' davvero la strategia vincente? E' davvero ancora
necessaria la diversificazione di prodotto nel mondo dell'IT
quando ci sono vendor che, apparentemente, con un singolo prodotto coprono a
360 gradi tutte le necessità? E' ancora necessaria la diversità quando la
virtualizzazione ha uniformato e standardizzato il mondo IT? A chi dare fiducia
quando le strategie (anche se forse sarebbe meglio chiamarle filosofie) che
guidano le aziende sono diametralmente opposte?
Per rispondere a queste domande vorrei ricorrere ad una
analogia con l'ecosistema naturale all'interno del quale l'essere umano si è
evoluto. Se osserviamo l'evoluzione dell'ecosistema terrestre ci accorgiamo
come la biodiversità non si sia rivelata soltanto la migliore strategia per
garantire la sopravvivenza delle singole specie ma anche la migliore per
salvaguardare l'intero ecosistema.
In altre parole, vegetali e animali si sono adattati in
modo estremamente variegato per rispondere alle diverse condizioni ambientali,
acquisendo caratteristiche peculiari più adatte per resistere agli
"stress" ambientali. E così il "pino silvestre" si è
adattato con le foglie ad ago alle temperature rigide, mentre il "ficus
elastica" si è adattato con larghe foglie ovali ai climi tropicali.
In altre parole, il modello "One-Fits-All" in
natura non ha funzionato perché i compromessi necessari per creare un'unica
specie che potesse vivere dai -70 gradi del polo sud ai +50 gradi del deserto
del sahara l'avrebbero resa completamente inadatta alla vita.
Uscendo dall'analogia naturale, io credo che anche
all'interno dell'ECOSISTEMA CLIENTE i needs tecnologici e di business cambiano
in modo estremo. Per sopravvivere nell'ecosistema di un cliente, la strategia
migliore per un'azienda come EMC è quella di creare le migliori soluzioni
specializzate, facendo poi in modo che possano cooperare l’una con l’altra
nella realizzazione di un’unica architettura.
Allo stesso tempo, anche per il cliente conviene
scegliere la migliore tecnologia per soddisfare i propri bisogni ed essere
vincente sul mercato. La ragione per cui, all'interno di EMC, la prevendita
ricopre un ruolo chiave è proprio perché sa capire i clienti e aiutarli a
scegliere lo strumento giusto per soddisfare i diversi bisogni.
Assodato quindi che una strategia di prodotto
diversificata sia assolutamente necessaria sia per un vendor che per un cliente
finale, resta da capire se e come sia possibile ridurre invece il tema della
complessità operativa che la diversificazione comporta. Se ci pensiamo bene, il
"come" è noto ormai dagli albori dell'informatica ed è
indirizzato attraverso il concetto di astrazione. Spesso l'astrazione
viene associata al concetto virtualizzazione ma in realtà quest'ultima non è
che una conseguenza della prima.
Un metodo abbastanza comune di astrazione nel mondo
informatico è la creazione di interfacce per esportare funzioni di alto livello
di un sistema complesso.
Il potere delle interfacce
Il grande potere delle interfacce è che, la conoscenza
delle stesse, permette di interagire con un sistema esterno all'utilizzatore
pur non conoscendone i dettagli di funzionamento. Esempi tipici di interfaccia
nel mondo informatico sono le API (Application Programming Interface) ma le
interfacce sono attorno a noi anche nel mondo reale: il volante e i pedali
permettono di interagire con un'auto indipendentemente dal fatto che il
guidatore sappia come funzioni il motore e il sistema di trasmissione. In
questo senso, il volante e i pedali sono le interfacce che ci permettono di
governare il sistema complesso "automobile".
Un set di interfacce standardizzato diventa un protocollo
di comunicazione. Nel mondo ideale, i protocolli dovrebbero essere definiti in
modo indipendente dall'implementazione: in altre parole, bisognerebbe prima
pensare alle interfacce e poi all'implementazione delle stesse. Nel mondo
dell'informatica questo è avvenuto raramente: ciascun vendor ha realizzato implementazioni di funzionalità senza pensare
al modo di interfacciarsi verso il mondo esterno in modo interoperabile e
questo ha causato un proliferare di soluzioni incompatibili e con sistemi di
controllo diversificati.
Nel mondo del computing, tuttavia, la virtualizzazione
delle Hypervisor, introducendo un altro livello di astrazione, è riuscita a
semplificare l'interoperabilità di soluzioni hardware differenti tra di loro e
risposto affermativamente alla domanda "E' possibile ridurre il tema della
complessità operativa in un mondo di soluzioni Hardware diversificato?".
Se si è riusciti nel mondo del computing, non si può
pensare replicare quanto già fatto anche per il mondo dello Storage?
EMC ViPR (pronunciato VIPER)
ViPR è la risposta di EMC. ViPR è una soluzione software
che astrae le risorse storage disponibili disaccoppiando il control plane (la
logica di controllo di un sistema storage) e il data plane (il percorso che i
dati fanno da e verso i sistemi storage).
Le risorse storage vengono aggregate in pool e presentate
in modo trasparente agli storage-consumer/administrators attraverso un catalogo
self-service.
ViPR astrae la complessità del processo di provisioning
di un sistema storage attraverso una interfaccia semplificata e si occupa della
gestione di tutto il processo che va dall'allocazione dello spazio alla sua
presentazione all'end-user finale. Allo stesso tempo, non interponendosi come
strato di virtualizzazione per il data plane, fa si che le applicazioni possano
sfruttare tutte le caratteristiche dei sistemi storage sottostanti incluso il
virtual provisioning, la deduplica, la compressione e le funzionalità avanzate
di replica locale e remota.
In questo modo, anche in un ECOSISTEMA CLIENTE variegato,
dove le tecnologie storage sono diverse per matchare i needs del cliente, è
possibile interagire con esse in un modo più semplice non dovendo
necessariamente conoscere, ad esempio, i dettagli di funzionamento del
provisioning di un sistema VMAX, VNX, XtremIO e/o Terze Parti.
ViPR, inoltre, espone API per essere integrato in
meccanismi di automazione più vasti con l'obiettivo di realizzare un Software
Defined Data Center (SDDC) dove ogni elemento dell'infrastruttura può essere
controllato in modo intelligente per adattarsi in modo trasparente ai bisogni
del business. L'immagine sottostante illustra come uno stack applicativo basato
su VMWARE ed una infrastruttura storage disaccoppiata da ViPR, si interconnetta
e comunichi la disponibilità di servizi di alto livello agli strati di
orchestrazione evoluti (vCloud Automation Center e vCenter Ops Manager)
attraverso il control plane.
In conclusione, il commitment tecnologico di EMC su
piattaforme storage diversificate è e resterà elevatissimo per fornire sempre
la migliore soluzione ai nostri clienti ma, allo stesso tempo, la nuova
esigenza di semplificazione per la realizzazione Software Defined DataCenter
sta spingendo EMC a realizzare una visione nuova in cui l'automazione, la
semplificazione e l'interoperabilità diventano la chiave di volta per aiutare i
suoi clienti a vincere sul mercato.
AP