Infrastruttura Convergente: Server, applicativi e storage in un’unica piattaforma
L’infrastruttura IT è diventata l’ossatura portante di molte aziende supportando una molteplicità di applicazioni e abilitando le diverse esigenze del business.
Oggi molte aziende acquistano, disegnano ed implementano autonomamente la loro infrastruttura IT. Col passare degli anni queste architetture si sono evolute in una serie di complesse soluzioni hardware e software che sono state ottimizzate ed integrate ad hoc per raggiungere gli obiettivi di performance ed affidabilità relative alle diverse applicazioni. Queste necessità di fine tuning e personalizzazione hanno posto una significativa pressione sullo staff e sul budget IT. Il risultato è che le aziende hanno cercato di intraprendere un percorso di standardizzazione, automazione e semplificazione dei processi allo scopo di ridurre i costi e aumentare l’agilità delle divisioni IT.
Un primo passo verso la realizzazione di questa visione di semplificazione è stata l’adozione della
virtualizzazione che ha portato ad una riduzione delle complessità e ad un aumento della agilità dell’infrastruttura.
E’ diventata quindi sempre più forte la necessità di piattaforme virtualizzate, costituite da strati hardware e software, stabili e affidabili. Questo è dovuto all’aumento dei server virtuali ma anche alla agilità nell'erogazione dei servizi che questo tipo di piattaforme hanno esibito sin dal loro ingresso sul mercato. L'obiettivo delle aziende in questo caso è essere pronte ad erogare, nel minor tempo possibile e con la maggiore efficacia, servizi innovativi a supporto dei nuovi modelli di business.
Oggi le aziende devono affrontare le difficoltà derivanti dall'integrazione di server, storage e networking anche per la creazione di un'infrastruttura virtuale, la cui gestione giornaliera risulta complessa e costosa. Una eventuale indisponibilità delle applicazioni causata dai tempi di inattività pianificati e non pianificati pone dei limiti alla produttività, incidendo negativamente sul budget IT e sulle risorse impiegate.
Le preferenze delle aziende si stanno quindi concentrando intorno a
soluzioni di tipo convergente ove parte computazionale, rete e storage sono preassemblate (direttamente da un hardware vendor o da un suo partner) con diversi gradi di integrazione a seconda delle soluzioni. L’obiettivo è di rimuovere complessità dalle architetture, permettendo alle aziende di focalizzarsi sulla parte cruciale dell’infrastruttura IT: le applicazioni aziendali. E’ stato infatti stimato (Server Team Survey IDC 2011) che queste attività di preintegrazionie delle componenti consuma fino al 23,3% del tempo dello staff IT: è quindi evidente il beneficio che questo tipo di architetture pre-ingegnerizzate può introdurre.
Un'infrastruttura convergente consente alle aziende di consolidare server applicativi, rete e storage in un'unica piattaforma: facile da gestire, semplice da amministrare, nonché efficiente in termini di costo. Virtualizzando in questo modo i server è possibile eliminare i tempi di inattività, fornire alta affidabilità e massimizzare l'efficienza mediante la condivisione delle risorse di elaborazione tra le macchine virtuali.
I vendor offrono diversi tipi di infrastruttura convergente, ognuna con diversi gradi di integrazione ed elementi di valore per i propri clienti.
Due soluzioni affermate in questa categorie sono:
- Infrastruttura completamente convergente
- Infrastruttura basata su reference architecture
Infrastruttura completamente convergente
Un’infrastruttura completamente convergente contiene di norma componenti di compute, storage e network che vengono integrate direttamente in fase di produzione da un vendor. E’ quindi compito del vendor curare l'ingegnerizzazione, il disegno, l'evoluzione e il supporto della soluzione rendendola disponibile e supportandola come un singolo prodotto.
Gli elementi di valore di una soluzione di questo tipo afferiscono principalmente alla facilità di implementazione e di utilizzo.
Il loro valore non è però limitato a queste caratteristiche: infatti, come dimostrato da una ricerca di Enterprise Storage Group del 2011 condotta presso clienti di soluzioni completamente convergenti, i valori principali percepiti dagli utilizzatori sono: la velocità di utilizzo dell'infrastruttura (Time To Market), la semplicità della gestione integrata e l'abbassamento del TCO. A questi si affianca un significativo aumento delle performance e una riduzione delle risorse necessarie alla gestione e all'integrazione dell'architettura virtuale
Infrastruttura basata su Reference Architecture
L'altra soluzione è l’infrastruttura virtuale basata su reference architecture. il cliente in questo caso può scegliere una serie di reference architecture pre-validate da un vendor hardware. Queste vengono poi installate da partner certificati che integrano tecnologie di elaborazione, virtualizzazione, networking, storage e data management secondo le best practices fornite dal vendor.
Questo tipo di soluzioni sono semplici, efficienti e flessibili ma offrono un livello di integrazione meno raffinato rispetto alle soluzioni completamente convergenti.
Entrambe le soluzioni (completamente convergenti e reference architecture) possono essere preintegrate con una efficace infrastruttura di backup o di disaster recovery. In questo modo non solo i carichi di lavoro IT sono ospitati su infrastrutture affidabili ma sono protetti con soluzioni di backup e continuità applicativa certificate e ingegnerizzate direttamente dal vendor.
In questo contesto i due tipi di architetture si propongono come soluzioni pre-convalidate, flessibili e prive di rischi.
Entrambe le soluzioni possono in alcuni casi integrare una console unica per la gestione dell’hardware e l’amministrazione delle macchine virtuali e garantiscono elevate prestazioni e affidabilità delle applicazioni, con una riduzione dei tempi di erogazione di nuovi servizi e offerte.
Disaster Recovery ed Application mobility per Architetture Convergenti
Partendo dal paradigma che questo tipo d’infrastruttura è un “datacenter” a tutti gli effetti, questo tipo di soluzione si presta molto bene per collegarsi verso altre infrastrutture convergenti installate presso altri data center.
Questo abilita alla possibilità di estendere l’erogazione dei propri servizi da molteplici datacenter.
Si parla in questo caso di federazione dei datacenter che viene resa possibile grazie a due componenti: sistemi di virtualizzazione dello storage che assicurano la “data mobility” tra i data center federati e funzionalità di “application mobilty” che oggi i sistemi di virtualizzazione (Hypervisor) offrono. In sintesi questo significa che diventa possibile spostare l’applicazione, mentre questa sta erogando servizio, tra i data center che sono stati federati tra di loro.
Diventa quindi possibile gestire le problematiche di qualsiasi natura che si possono presentare in un data center e possono impattare l’erogazione del servizio spostando proattivamente i carichi di lavoro. Tutto questo permette anche di poter sfruttare al meglio le risorse a disposizione dell’applicazione bilanciando i carichi di lavoro tra i diversi siti. Ma non solo: anche problematiche di continuità di servizio possono essere affrontate con semplicità garantendo la “business continuance” o rendendo più veloce la ripartenza dei servizi dal sito di “disaster recovery” quindi abbassando i tempi di “R.T.O” (Return to Operation). Questo approccio rende la manutenzione ed il disaster recovery tra datacenter anche lontani geograficamente molto più semplice, prevedibile e molto più efficiente. Non da ultimo la realizzazione ha un costo inferiore se comparato ad una infrastruttura composta in maniera classica, ossia priva degli elementi di data ed application mobility.
Fabio Chiodini e Pasquale Sardella
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