mercoledì 18 dicembre 2013

Innovazione nella Sanità

Come possiamo innovare in Sanità?

Ci sono alcune considerazioni interessanti, a valle della recente ricerca di mercato di IDC sull’ IT in Sanità in Europa.

Un primo aspetto, in base al report, riguarda la qualità ed efficacia della cura, un aspetto fondamentale che guida gli investimenti IT in innovazione. In un momento economico difficile, non si parla più solo di costi da ridurre. Si cerca piuttosto di trasformare l’esperienza dei pazienti, garantire la sostenibilità del sistema, aspetti che, di conseguenza, portano ad una ottimizzazione delle spese.


Dal mio punto di vista questo è estremamente interessante, osservando come l’innovazione viene implementata in molti paesi, in Europa.


In Finlandia, ad esempio, le scelte su come accedere e gestire dati sanitari e referti tra differenti entità come ospedali, medici di base ed enti regionali ad esempio, ha portato a risultati eccellenti. Garantire agli  operatori del settore la possibilità di scegliere quali applicazioni utilizzare, convergendo in un archivio centrale nazionale del paziente  basato su standard (HL7/, XDS) è stato cruciale per il successo.

Ospedali e amministratori utilizzano le interfacce che sono loro familiari. I medici utilizzano le applicazioni di cui hanno fiducia. E tuttavia, il sistema garantisce una vista unica del paziente che è consistente nel paese. Il risultato è una modalità sicura, efficace, e conforme alla normativa, di accesso, condivisione e gestione dei dati sanitari.

In Gran Bretagna invece, la scelta di forzare gli operatori verso una specifica tecnologia è risultata una delle cause di insuccesso nella gestione dei cosiddetti “patient records”. Costretti ad interagire con interfacce poco familiari, funzionalità non richieste o specifiche incompatibili con altri sistemi IT esistenti, gli operatori del settore hanno opposto resistenza.

E se i dati  clinici non sono disponibili per tutti gli attori che ne hanno diritto e bisogno, siano essi un pronto soccorso, un medico specialista o un altro reparto in ospedale, la visione completa del paziente resta sulla carta (in senso letterale). L’esperienza del paziente resta quella legata alla necessità di conservare e portare con sé ogni  informazione o esame precedente (a patto di averne copia), ad ogni visita o esame successivo..

I principali effetti collaterali? Ripetizione infinita dello stesso processo ad ogni visita, duplicazione di esami, perdita di produttività e di efficienza e, nell'ipotesi peggiore, mancanza di tempestività nella cura che può anche costare vite umane.

Ma cosa vuol dire davvero innovare in Sanità attraverso la tecnologia?

Ad esempio, disaccoppiare i dati dalle applicazioni e dai sistemi che li hanno generati può  cambiare drasticamente il modo in cui un ospedale, una ASL o un altro operatore può migrare a nuove o diverse tecnologie.

Ad esempio, ospedali che mantengono le proprie applicazioni “best of breed” ma gestiscono i dati in archivi centralizzati e basati su standard, riescono a fornire un migliore e tempestivo servizio nel momento in cui serve. Non sono svantaggiati dall'impegno (fondi e risorse)  richiesto da cicli di migrazioni e sostituzione di sistemi legacy. I dati dei pazienti sono condivisibili, con ospedali, medici di base, specialisti, fino ai moderni strumenti di misurazione diagnostica che i pazienti cronici possono avere presso la loro abitazione o indossare.

In sintesi, integrare i dati del paziente in modo sicuro fornisce il tessuto connettivo che garantisce la collaborazione attraverso la catena del valore in sanità e questo non fa altro che favorire l’innovazione, renderla possibile.

Evitare i costi di ripetute migrazioni libera risorse che possono essere allocate per innovare, migliorare in molte aree l’esperienza dei pazienti. In alcuni paesi, gli operatori forniscono incentivi ai pazienti che seguono terapie preventive.

Inoltre, l’analisi derivante da una vista completa del paziente, porta valore in un’incredibile varietà di aspetti: favorisce un supporto impareggiabile alla diagnosi, migliora  i processi amministrativi interni, apre la strada alla collaborazione con le aziende farmaceutiche per la realizzazione di farmaci ad hoc, solo per citare alcuni esempi.

La lista dell’innovazione è pressoché infinita.

Ma tutto comincia e finisce nel modo in cui si gestiscono i dati dei pazienti (e le rispettive architetture).

Mi farebbe piacere ricevere il vostro feedback, alla luce del report di IDC che trovate a questo indirizzo.

Michael Graetz (VP of EMEA Healthcare Sales at Information Intelligence Group – EMC)

Ulteriori approfondimenti: video con i key findings del report IDC.


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