mercoledì 3 giugno 2015

“Sanità: trend e opportunità di un mercato in trasformazione”


Il propulsore innovativo principale che osservo da qualche anno su tutto il territorio EMEA, rimane la profonda trasformazione da una sanità tradizionale, centrata sugli ospedali, ad una sanità digitale che abbraccia i pazienti con un’offerta di servizi a 360° anche (e soprattutto) fuori dai confini delle strutture ospedaliere.
Una trasformazione evidentemente profondissima, perché tocca tutti gli aspetti esistenti: dal cambiamento culturale di tutti gli attori coinvolti, personale medico, vendor tecnologici e pazienti, fino alla trasformazione che riguarda le infrastrutture applicative.
Infrastrutture che se da una parte devono offrire caratteristiche di robustezza, sicurezza e scalabilità importanti, in grado di orchestrare la governance dei dati e delle informazioni dei pazienti fino ad abilitare un vero fascicolo sanitario elettronico nazionale, dall’altra dovranno rappresentare piattaforme abilitanti agili e veloci sulle quali gli attori della sanità possano sviluppare e vendere applicazioni e servizi ai pazienti.
Se trend, obiettivi e strategie sono simili, il loro grado di implementazione e le tattiche variano invece parecchio da paese a paese, a seconda del livello di maturità, delle infrastrutture già presenti sul territorio, e dell’approccio alla gestione delle informazioni:

Nei paesi emergenti, dove le infrastrutture non esistono o quasi, ci sono i progetti di più ampio respiro a copertura regionale o nazionale. Questi paesi hanno il privilegio di poter scrivere su una pagina bianca e pensare (e non ri-pensare) ad una piattaforma sanitara abilitante completamente nuova in grado di offrire i servizi più evoluti proprio perché non hanno infrastrutture tecnologiche e culturali esistenti da modificare o smantellare.
Esempi di questi progetti si hanno nella regione di Gauteng in SudAfrica o in paesi come la Georgia.

Nei mercati maturi invece la situazione è molto diversa, perché i servizi sanitari sono il risultato di stratificazioni tecnologiche, politiche e culturali di decenni che creano varianti e problematiche che spesso rappresentano barriere non facili da sormontare.
Di conseguenza si procede più lentamente, indirizzando le complessità per piccoli passi: che però se ben coordinati e ben implementati possono portare grande innovazione, risparmio sui costi e migliore qualità del servizio.
Anche in questo caso, innovare, semplificare e migliorare la qualità di cura è possibile, anche in presenza di budget ridotti e complessità esistenti: con coraggio e una visione chiara si possono raggiungere eccellenze come quelle della ASL Napoli 2 NORD , che partendo da una situazione quasi drammatica è riuscita a consolidare la propria struttura di PACS e ad implementare il dossier del paziente mettendosi così in condizione di offrire una gestione moderna ed efficace dei pazienti cronici sul territorio attraverso campagne di prevenzione.

Una menzione a parte la meritano i  paesi del Nord Europa, che nella mia esperienza rappresentano una avanguardia a livello europeo, e forse mondiale. Qui la visione di un archivio unico dei dati dei pazienti ha guidato la definizione di  infrastrutture nazionali sicure e scalabili e alcuni di questi paesi, come la Finlandia, stanno già implementando nuovi servizi ai cittadini come la ricetta elettronica che per un cittadino finlandese è possibile ottenere anche se si trova all’estero. Anche servizi di personalizzazione delle cure in base a informazioni genomiche o a Big Data analytics diventa possibile in un contesto come questo, con un beneficio netto a favore dei pazienti/cittadini e (non trascurabile) del bilancio sanitario complessivo dello Stato.

Centralità del paziente significa anche centralità dei suoi dati, e chi come nel caso dei paesi del Nord Europa, dispone già di archivi sanitari ben organizzati e strutture solide e affidabili, sta già iniziando a pensare a come far fruttare al massimo queste informazioni – una vera e propria miniera d’oro - per migliorare le cure al paziente e al tempo stesso creare nuovi business incrementali che possono solo aumentare la quantità e la qualità dei servizi offerti.
L’utilizzo degli archivi come base big data per svolgere analisi predittive è sicuramente una strada. 
Ma le opportunità che la trasformazione in atto sul mondo della sanità sta portando offrono soluzioni e spunti in molte direzioni come ad esempio, nella zona di congiunzione tra il mondo della sanità e quello farmaceutico. Durante la fase dei test clinici, l’abilità di fornire dati sicuri e organizzati in forma digitale in near real-time da parte dell’ente di ricerca ospedaliero è fondamentale perché permette alla società farmaceutica di ridurre i tempi di immissione di nuovi farmaci sul mercato.
Non solo. Una volta immessi sul mercato, anche i processi di farmacovigilanza per un monitoraggio continuo sui farmaci beneficerebbero notevolmente da una comunicazione dei dati certa, sicura e near-real time.
Ma i vantaggi ci sono anche per gli enti ospedalieri che grazie a questi profitti incrementali possono continuare ad investire in qualità e servizi per i propri pazienti.

Altre opportunità arrivano anche in ambito prevenzione,  con progetti di wellness e l’ausilio di wearable devices che possono essere associati a programmi di incentivi disegnati dalle aziende per i propri dipendenti ma anche da enti pubblici per diverse fasce di popolazione.
Prevenzione e uno stile di vita sano si traducono in cittadini-pazienti più attivi e spese ridotte per la cura di malattie croniche. Anche servizi di personalizzazione delle cure in base a informazioni genomiche o a Big Data analytics diventano possibile in un contesto come questo, con un beneficio netto a favore dei pazienti/cittadini e (non trascurabile) del bilancio sanitario complessivo dello Stato.

Quali altri trend osservate in ambito sanità ? Quali progetti di successo potete condividere ?


Michele Vaccaro | Presale Director, EMEA EMC | Enterprise Content Division| @MicheleVaccaro 

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