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lunedì 27 ottobre 2014

Virtual Storage Integrator (VSI) 6.3


Il 7 Ottobre è stata rilasciata la versione 6.3 del VSI (Virtual Storage Integrator), il Pug-In gratuito per VMware che consente la gestione dello Storage EMC direttamente dal vCenter.
Le novità principali riguardano XtremIO e VMAX: in questo articolo analizzeremo le nuove funzionalità rilasciate per queste due due piattaforme.

giovedì 31 luglio 2014

Io ne ho viste cose…

clip_image002«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser…»

Nel 2000, quando sono entrato a far parte della famiglia EMC, i sistemi storage Symmetrix, la famiglia 8000, rappresentava il meglio che la tecnologia EMC potesse offrire.

Era il tempo dei Drive da 18GB da 3.5”, della protezione RAID-1, dei 64GB di cache utente, dei processori PowerPC 750 da 333 MHz e della connessione tra i vari componenti realizzata tramite 4 BUS seriali da 400MB/s.

clip_image004La capacità massima dei sistemi, basati sull’architettura denominata MOSAIC 2000, arrivava a poco più di 69TB RAW (35TB in protezione RAID-1) e, nonostante ciò, la gestione di un sistema di questo tipo richiedeva il coinvolgimento del personale specializzato EMC ogni qualvolta una modifica alla configurazione era richiesta.

Attività apparentemente banali quali la definizione di un volume (LUN) e le relative procedure di Mapping e Masking, richiedevano la modifica del “famigerato” Bin File, una prassi che coinvolgeva non solo il supporto locale ma che non poteva essere effettuata se non dopo la validazione da parte dell’Engineering EMC; in pratica 4 giorni lavorativi prima di poter aggiungere capacità ad un Server.

clip_image006Alcuni anni e un paio di architetture più avanti, dalla architettura Direct Matrix (i sistemi DMX) all’attuale architettura denominata Virtual Matrix (i sistemi VMAX), la gestione dei sistemi Enterprise di EMC è cambiata radicalmente; il Bin File esiste ancora ma oramai ogni tipo di modifica alla configurazione può essere effettuato dall’utente, senza intervento da parte del supporto EMC; sarebbe altresì impensabile poter gestire un sistema, in grado di scalare fino ad oltre 4PB, con le stesse modalità sopra descritte.

Nel frattempo funzionalità quali Virtual Provisioning e Automated Tiering (FAST – Fully Automated Storage Tiering - in casa EMC) hanno fatto capolino, consentendo ai sistemi storage di gestire in modo ottimale il ciclo di vita del dato, garantendo il rispetto dei livelli di servizio e preoccupandosi di movimentare porzioni di volumi (i cosiddetti Chunk) tra tipologie disco diverse all’interno del sistema.

Veniamo ai giorni nostri e in particolare all’annuncio dello scorso 8 Luglio:

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VMAX3, la prima “Enterprise Data Service Platform”

Si tratta di nuovi sistemi che introducono funzionalità rivoluzionarie ed innovative, sviluppata intorno alla nuova Dynamic Virtual Matrix, una architettura in grado di garantire la rilocazione delle risorse elaborative (CPU o capacità computazionale) dove necessario in quel momento (Front End, Back End o servizi interni).
Un nuovo ambiente operativo, Hypermax OS, che consente di gestire servizi quali File Gateway, Strumenti di Backup e di Management, direttamente all’interno del sistema stesso.

VMAX3 è più potente rispetto ai sistemi della generazione precedente, grazie ad un numero maggiore di Core, e una banda di interconnessione che utilizza il protocollo Infiniband è in grado di garantire di una scalabilità capacitiva senza compromessi.

Un sistema che conserva le caratteristiche di modularità che hanno determinato il successo delle versioni precedenti, capace di scalare fino a 16 Controller, 16TB di DRAM Cache, 384 Core, BackEnd SAS e Bus PCI Gen 3.0 a sostenere fino a 5760 Drive.

A funzionalità quali SRDF, per la replica remota, e la nuova versione completamente ridisegnata del Software per la replica locale, denominata TimeFinder SnapVX, si aggiunge ProtectPoint, ovvero una nuova funzionalità in grado di stravolgere il concetto di Backup, grazie alla possibilità di integrare la piattaforma EMC Data Domain direttamente connessa al sistema.

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Ma la rivoluzione è rappresentata dalla facilità d’uso con la quale è stato ripensato questo nuovo sistema.

clip_image012L’amministratore di sistema non avrà più a che fare con:
  • Quale tipologia di protezione RAID è più adatta al mio carico di lavoro?
  • È meglio utilizzare Stardard o Virtual Provisioning?
  • Quale dimensione devono avere i Data Volume del Virtual Provisioning?
  • Dovrei definire Metavolume concatenati o striped??
Con l'attuale generazione di VMAX, dipendentemente dalla tipologia di configurazione che l’utente richiede, potrebbe essere necessario considerare fino a 18 differenti opzioni prima per completare il provisioning della capacità richiesta, al netto della definizione di una eventuale replica locale o remota; con VMAX3 queste opzioni si riducono a 5!!!

clip_image014Si tratta di una semplificazione che rende più efficace e rapido il processo di provisioning; il sistema verrà consegnato già pre-configurato, solamente in modalità Virtual Provisioning e con i pool già definiti ed allocati.

L’amministratore sarà chiamato a decidere la quantità di capacità richiesta, il livello di servizio (SLO) che si vuole garantire all’applicazione e i criteri di disponibilità del dato, in altre parole la definizione di repliche locali e/o remote; il sistema sarà in grado di rispondere alla richiesta precisando se i criteri specificati possono essere garantiti e, in tal caso, definire in autonomia i dettagli della configurazione e presentare la capacità allocata al server.

Tra le novità più significative, come accennato precedentemente, la nuova versione di TimeFinder, denominata SnapVX, e ProtectPoint.

clip_image016SnapVX rappresenta di fatto la revisione totale della suite SW per la replica locale dei dati con lo scopo di ridurre gli impatti sull’intera infrastruttura, garantire una scalabilità più ampia e facilitarne l’uso.
SnapVX può ora supportare Snapshot Targetless; questo significa che le Snapshot non utilizzano un indirizzo (LUN ID), con conseguente riduzione dell’utilizzo di Cache per la gestione dei metadati, fino a quando la copia non deve essere acceduta. In termini di Scalabilità questo si traduce nella possibilità, ad oggi, di generare fino a 256 Snap per ogni volume. Inoltre, l’utente potrà assegnare un proprio identificativo alla sessione di Snap, assegnando criteri di Expiration sia in fase di creazione o in un momento successivo, nonché effettuare Snap di un intero gruppo di volumi con un singolo comando, senza dover conoscere le associazioni tra Source e Target.


clip_image018ProtectPoint rappresenta la prima vera integrazione diretta tra Storage e infrastruttura di Backup (in questo caso Data Domain), consentendo di effettuare attività di Backup e Restore, attraverso tecniche di Point in Time Copy consistenti, direttamente dal sistema Storage. Tramite una connessione diretta Fibre Channel all’infrastruttura di Backup, sarà possibile minimizzare gli impatti e ridurre la complessità dei processi di backup, consentendo di effettuare salvataggi più frequenti in linea con i livelli di servizio che oggi divengono sempre più stringenti.

Molti sono gli aspetti architetturali che, con questa nuova piattaforma, sono stati rivisitati; per questo motivo ulteriori funzionalità saranno annunciate attraverso rilasci successivi di Sistema Operativo.

Per qualsiasi ulteriore informazione non esitate a contattare il personale tecnico e/o commerciale di EMC oppure, se preferite, potere scrivere direttamente al sottoscritto: stefano.panigada@emc.com.

clip_image019Stefano Panigada. @ottoroluk
























mercoledì 26 marzo 2014

EMC Connectrix B-Series, intervista a Matteo Monti (BDM EMC-Brocade)



Premessa

EMC Corporation e Brocade® (NASDAQ: BRCD) nel 2010 annunciano l’accordo in base al quale EMC rivenderà la gamma di prodotti di switching 10 GbE (Gigabit Ethernet) IP di Brocade attraverso il programma EMC Select. L’intesa rispecchia l’impegno congiunto delle due aziende volto a soddisfare la richiesta di prodotti di switching 10 GbE a mano a mano che i clienti consolidano e virtualizzano il data center verso il private cloud.

lunedì 27 gennaio 2014

EMC Product Positioning Guide

Ogni ambiente applicativo ha esigenze diverse in termini di Prestazioni, Capacità, Costi e Livelli di Servizio

Non esiste per questo una Storage Infrastructure che vada bene per ogni ambiente, in particolare per quanto riguarda il workload che deve essere garantito.

E' importante quindi individuare le soluzioni IT più idonee a rispondere alle esigenze di businness.

EMC mette a disposizione un tool grafico che permette di navigare in modo agevole ed immediato tra quelle che sono le soluzioni Storage mappate sui diverse scenari IT.

Il tool è pubblico ed accedibile attraverso l'indirizzo     http://www.emc.com/ppg/index.htm

La seguente Graphic Chart illustra i diversi ambienti che vengono esplorati e discussi attraverso questo tool.



Selezionando l'ambiente desiderato si accede ad tutte le risorse ad esso collegate.

Per ogni ambiente vengono trattati:
  • USE CASE
  • PRIMARY PRODUCT
  • ALTERNATIVES
  • ADDITIONAL INFO
Nella seguente Graphic Chart la mappatura degli apparati Storage EMC con gli ambienti citati.



Utili grafici in formato "Spiderchart", che rappresentano le caratteristiche di ogni piattaforma in relazione alle esigenze di carico, permettono di identificare velocemente  i punti di forza e la rispondenza complessiva della soluzione rispetto al "target workload".
 
Esempio di Spiderchart per ambienti VDI superiori a 1000 desktop con XtremIO 
 
 Esempio di Spiderchart per ambienti VDI fino a 1000 desktop con VNX


Sandro Pasquato
twitter: @essep58

 
 

lunedì 4 novembre 2013

Upgrade a Oracle 12c con l'opzione multitenant (pluggable database)

Una delle caretteristiche più interessanti e innovative della versione 12c di Oracle è certamente la Multitenant Option, nota anche come Pluggable Database: questa funzionalità permette la creazione di database multipli (PDB) all'interno di un database contentitore (CDB). I PDB condividono le risorse fornite dal CDB quali memoria, processi in background, UNDO, REDO e control files.

Quali sono gli impatti di queste novità per l'infrastruttura Oracle esistente ? Un modo efficace per valutarlo è quello di effettuare la migrazione alla 12c di uno degli ambienti di produzione, creando un "incubatore" separato dalla produzione stessa, nel quale eseguire le verifiche del caso.

Il processo di migrazione da una versione Oracle alla successiva può essere abbastanza complesso: proprio allo scopo di facilitare questa attività, EMC ha da sempre collaborato con Oracle nella realizzazione di soluzioni che sfruttassero le capacità dello storage, in particolare per la replica dei dati dall'ambiente di produzione a quello di test. Nel caso dei sistemi storage Symmetrix VMAX, la soluzione di replica TimeFinder permette di effettuare un offload delle operazioni di replica del database: il server che ospita il database (in altre parole l'ambiente di produzione) non è quindi impattato né per quanto concerne CPU e memoria, né per la componente di I/O. Nel caso poi in cui occorra iniziare una nuova verifica, reinizializzando il database, le funzioni di copia incrementale di TimeFinder permettono di ricreare il nuovo ambiente in tempi estremamente rapidi indipendentemente dalla dimensione del database stesso.

Tutti i dettagli sull'utilizzo di TimeFinder per la migrazione alla versione 12c di Oracle sono contenuti in un recente whitepaper (in inglese) ora disponibile a questo indirizzo: qui sotto l'architettura di alto livello della soluzione descritta



Ulteriori documenti e approfondimenti sulle soluzioni EMC per Oracle sono disponibili nella community Everything Oracle at EMC.


martedì 8 ottobre 2013

Rilasciati i nuovi plug-in per Oracle 12c

E' da oggi disponibile il nuovo plug-in storage per Oracle 12c per la piattaforma VNX.

L'obiettivo di questo plug-in è quello di collegare gli elementi logici di un database (ad es, schemi, datafiles) con la piattaforma storage sottostante, rendendo trasparenti le componenti tecnologiche coinvolte. DBA e amministratori dello storage hanno quindi uno strumento comune con il quale analizzare le informazioni in merito alla configurazione, performance e disponibilità dei database Oracle mettendole in relazione con le corrispondenti componenti storage. Un semplice esempio: se una particolare query sembra non essere performante come da attese, individuare quali sono gli elementi storage coinvolti (porte front-end, pool, LUN, singoli dischi) con il nuovo plug-in è immediato e non richiede alcuna competenza dei dettagli implementativi: l'interfaccia grafica permette di collegare gli elementi del database con la sottostante piattaforma storage in modo rapido ed intuitivo.
Le informazioni raccolte dal plug-in possono essere ovviamente consolidate in OEM (Oracle Enterprise Manager), permettendo delle analisi sia reattive (root cause analysis), sia proattive.

Il plug-in è disponibile per il download gratuito, insieme alla guida di installazione, al seguente indirizzo:

VNX Storage Plug-in for Oracle Enterprise Manager 12c .

vnx-home-page.png

Il nuovo plug-in segue di poco il rilascio del corrispettivo plug-in per la piattaforma VMAX, disponibile al seguente indirizzo:

VMAX Storage Plug-in for Oracle Enterprise Manager 12c

revised OEM 12c VMAX Storage Plug-in.jpg